Il Salento è rinomato per il barocco che contraddistingue molte cittadine di questa splendida penisola pugliese, per le tradizioni secolari che animano soprattutto le caldi estati e soprattutto per i paesaggi, incantevoli e variegati.
All’entroterra che vede la presenza di serre e distese di secolari uliveti, fa da contraltare la costa salentina, spettacolare con le sue spiagge dorate dall’aspetto caraibico e le insenature rocciose, intime e spesso celate agli occhi dei turisti più distratti. Tra queste ultime non si può non citare tra le più belle Porto Selvaggio: si tratta di un tratto di costa ionica prevalentemente rocciosa situata tra Porto Cesareo e Gallipoli e fa parte del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, che con i suoi quasi 1200 ettari rappresenta una delle aree naturalistiche più interessanti di tutto il Salento.
Porto Selvaggio e la Rupe della Dannata
Porto Selvaggio è una delle marine del borgo salentino di Nardò, a due passi da Sant’Isidoro e ciò che la contraddistingue dalle altre località costiere del Salento, altrettanto spettacolari, è il suo aspetto incontaminato e selvaggio: non ci si aspetti infatti di trovarvi stabilimenti balneari o un minimo di servizio ristoro. Mare, natura e storia: questi sono i fattori che rendono questa baia rocciosa un luogo da visitare assolutamente durante una vacanza in terra salentina. La stessa strada per raggiungere Porto Selvaggio è già di per sé suggestiva: bisogna infatti superare una pianta ombrosa punteggiata da pini di Aleppo, con il mare azzurro sempre sullo sfondo e nell’aria il profumo di timo, ginepro, rosmarino e mirto.
Le acque che bagnano Porto Selvaggio sono particolarmente limpide, cristalline e anche piuttosto fredde: la temperatura, che sicuramente risulta piacevole durante la caldissima estate salentina, è legata alla presenza di acque sorgive che sfociano direttamente in mare, più fresche della stessa acqua marina.
Nei dintorni è possibile scegliere strutture ricettive in cui trascorrere le proprie vacanze in questo angolo di Salento, come ad esempio Porto Selvaggio Resort, un residence dotato di tutti i comfort.
La Torre dell’Alto
A dominare Porto Selvaggio, dall’alto della cosiddetta Rupe della Dannata, c’è la Torre dell’Alto: risale al XVI secolo, è stata costruita per volere di Don Pietro da Toledo e, oltre il basamento quadrato, si possono scorgere decine di piombatoie e in cima le merlature. Una scala in tufo porta all’interno di questa torre ben conservata, proprio dove un tempo erano di stanza i cavallari, ossia le guardie che, qualora avessero avvistato i pirati provenienti dal mare, avrebbero dovuto correre a cavallo per salvare la popolazione.
Alla Rupe della Dannata è legata la vicenda di una ragazza di Nardò che, pur di non subire lo ius primae noctis da parte di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, si tolse la vita gettandosi da questo precipizio. I pescatori del posto raccontano che la fanciulla, vestita di bianco, si possa scorgere alcune notti, orante, lamentosa e senza pace.
Nuotando a largo di Porto Selvaggio è possibile visitare la bella Grotta Verde, dentro la quale i riflessi della luce regalano all’acqua sfumature verdognole.
Resti archeologici a Porto Selvaggio
Poco lontano da Porto Selvaggio, percorrendo un sentiero non facilissimo e alquanto impervio, si può raggiungere la Baia di Uluzzo, piccola spiaggia composta da ciottoli e da ghiaia. Questo arenile sorge all’ombra di un’altra torre, ossia la Torre di Uluzzo, più diroccata rispetto a quella dell’Alto ma non meno affascinante. Anch’essa risale al ‘500, rientrando in quell’ingegnoso sistema difensivo messo in atto dagli spagnoli per difendersi dalle incursioni provenienti dal mare, in particolare dopo la devastazione che nel 1480 colpì Otranto. Sono ben visibili le grosse pietre, vagamente squadrate, che componevano il corpo della torre.
Proprio ai piedi della torre, incastonata nella scogliera, si trova la Grotta del Cavallo, considerata uno dei più importanti siti archeologici non solo d’Italia ma di tutta Europa. All’interno sono stati infatti rinvenuti resti dell’antichissima presenza dell’Homo di Neanderthal, motivo per il quale si parla oggi di civiltà Uluzziana.
A proposito di storia, non lontano sorge anche il sito archeologico di Serra Cicoria, dove è possibile ammirare le vestigia di un villaggio risalente al 5000 a.C. circa, assieme a resti umani, incisioni e ceramiche.
Chi decide di trascorrere una giornata di relax a Porto Selvaggio, non può non dedicare qualche ora alla scoperta del Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio e in particolare della Palude del Capitano. Il nome rimanda alla leggenda di un marinaio che, stanco di navigare per mare, decide di fermarsi e costruisce la sua capanna proprio vicino a Porto Selvaggio, chiamata poi Casa del Capitano.
La Palude del Capitano non è altro che un lago di origine carsica alimentato da una delle tante sorgenti che punteggiano il territorio, soprannominate spunnulate. La palude è habitat di insetti e pipistrelli, che colonizzano la boscaglia circostante punteggiata qua e là da graminacee, pini e ginepri. Gli amanti del birdwatching non resteranno certo delusi, avendo la possibilità di avvistare con un po’ di attenzione gheppi e capinere.